Terapia delle trombosi venose
La trombosi venosa è un’occorrenza piuttosto comune a carico di un vaso sanguigno, se individuata tempestivamente è possibile intervenirvi con successo. Come specifica il nome, la trombosi venosa interessa le vene: in esse si forma un coagulo di sangue (trombo) che occlude il vaso sanguigno e interrompe la circolazione. La trombosi venosa si verifica in genere alle braccia o alle gambe, più raramente possono essere coinvolte le vene profonde dell’addome. Se la trombosi colpisce le vene profonde abbiamo una trombosi venosa profonda, altrimenti – se a essere coinvolte sono le vene superficiali – si parla di trombosi venosa superficiale (flebite).
La trombosi venosa profonda può essere legata alla presenza di patologie croniche o di traumi o manifestarsi a seguito di una prolungata immobilità o durante la gravidanza o a seguito di un eccessivo esercizio muscolare. La flebite invece può essere tra latro conseguente a un’iniezione endovenosa o a un prelievo di sangue.
La trombosi venosa alla gamba si manifesta con gonfiore, dolore più o meno intenso, a volte simile a quello di un crampo. Se si tratta di una flebite può comparire sulla pelle un cordone duro e dolente, di colore rosso, in corrispondenza di una vena. Non sempre i sintomi sono così chiari: talvolta si ha solo dolore e una leggera differenza di circonferenza tra una gamba e l’altra.
La trombosi venosa al braccio è più rara invece, colpisce maggiormente le persone che compiono sforzi con le braccia, come nel caso degli atleti o addetti ai lavori particolari (barman). Può manifestarsi con gonfiore, dolore, pallore del braccio o della mano.
La diagnosi si avvale dell’ecocolordoppler: l’unico esame in grado di confermare o escludere la presenza del trombo nella vena.
È importante andare tempestivamente in pronto soccorso qualora si presentino anche dolore al petto, mancanza di respiro, tachicardia, tosse con tracce di sangue: è possibile infatti vi sia un’embolia polmonare. “La trombosi venosa profonda diventa particolarmente grave quando provoca embolia polmonare (nel 40% dei casi di trombosi non diagnosticata e quindi non curata). Una parte del coagulo formatosi in una vena si stacca e raggiunge il cuore e da qui il polmone, bloccando in tutto o in parte la circolazione fino a causare un infarto polmonare, ossia la morte di una porzione del polmone, con importanti conseguenze respiratorie, talvolta anche fatali”.
Una diagnosi tempestiva è fondamentale per impostare una cura corretta e immediata. La terapia è in genere farmacologica, a base di anticoagulanti, farmaci in grado di fluidificare il sangue. Se non trattata, la trombosi può degenerare in sindrome post trombotica, una condizione cronica ed invalidante che si manifesta con gonfiore, varici, macchie scure sulla pelle, ulcere e fatica a camminare.
È necessario poi indossare calze elastiche durante il giorno, dedicarsi quotidianamente all’attività fisica, non esporre le gambe a fonti di calore, seguire scrupolosamente la terapia fornita dal medico e riferire eventuali sintomi o disturbi.